Numero
9
ULULATI DI GUERRA - Parte 5
di Carlo Monni
con il contributo di Mickey
(da un’idea di Andrea Garagiola)
Eliveicolo dello S.H.I.E.L.D. in volo sopra New York City. Ammettiamolo: la situazione non era delle più rosee
per il vostro Jonathan Juniper. Come dite? Come posso essere Jonathan “Junior”
Juniper quando lui è morto nel 1942? Ok lo ammetto: non sono davvero lui ma un
suo clone leggermente più vecchio di quanto non fosse l’originale al momento
della sua morte.
Che ci crediate o no, il vero Juniper fu clonato
dal famigerato Dottor Zemo[1]
grazie ad alcuni campioni di sangue recuperati nel luogo della mia, voglio dire
la sua, uccisione in Germania.[2]
Cosa
lui ed il suo mandante, l’infame Teschio Rosso, avessero intenzione di fare con
me ed altri soldati clonati, non l’ho mai saputo, le sorti della guerra
impedirono loro di andare avanti col progetto. Il sottoscritto rimase dormiente
per diversi anni, poi nel 1953, in quella che allora era chiamata Berlino Est,
una pattuglia sovietica s’imbatté per puro caso nel laboratorio nascosto
dov’ero custodito. I servizi segreti sovietici si interessarono subito alla
cosa cercando un modo di sfruttarla. Per qualche motivo non fecero nulla ed
alla fine la palla passò al governo della nuova Federazione Russa il cui
servizio segreto militare diede il via ad un’operazione di sostituzione di
figure chiave della politica e dell’economia di vari paesi.
Avrebbe potuto essere un gran bel piano se il
sottoscritto non fosse sfuggito alla loro custodia e non si fosse rivolto allo
S.H.I.E.L.D. in cerca di aiuto.
Per mia fortuna Nick Fury mi ha creduto e mi ha
affidato un compito importante: scovare i cloni e neutralizzarli in modo
rapido, efficiente e soprattutto segreto. La cosa era resa facile dal fatto che
nel mio cervello era stata, per qualche oscuro motivo, impiantata la lista dei
cloni.
Per l’eliminazione mi sono rivolto ad alcuni,
chiamiamoli così, operativi esterni allo S.H.I.E.L.D., gente non collegabile
all’agenzia e decisamente fuori dall’ordinario: una supercriminale lesbica che
avrebbe visto volentieri morti tutti i maschi del pianeta, non a caso si faceva
chiamare Man-Killer; un’avventuriera mutante col potere di avere fortuna il cui
nome in codice era Domino; un gorilla parlante immortale… sì, ho detto proprio
un gorilla parlante immortale, ma ne riparliamo più tardi… e il mio asso nella
manica ovvero un mutante col potere del teletrasporto che viaggiava sotto il
nome appropriato di Svanitore, un potere che, grazie a delle nanomacchine
iniettate nel suo organismo per ovvi motivi di sicurezza, ora poteva usare solo
se si trovava entro una certa distanza dal sottoscritto. Grazie a lui, io ed il
resto della squadra potevamo andare praticamente dovunque.
Le cose si sono complicate quando è saltato fuori
che il Generale russo Fyodor Shelkov, responsabile del progetto cloni, era lui
stesso un clone. Qualcuno era subentrato ai Russi nell’operazione senza che
loro nemmeno se ne accorgessero e questo qualcuno aveva immesso in circolazione
degli altri cloni di cui non sapevamo nulla. Il che ci riporta alla mia
presente situazione non proprio rosea.
Normalmente trovarmi davanti la Contessa Valentina
Allegra De La Fontaine completamente nuda avrebbe provocato in me reazioni
decisamente piacevoli ma queste non erano circostanze normali e lei non era
davvero Valentina ma un suo clone ed era decisa ad uccidermi perché l’avevo
appena scoperto. Non sono bravo a fingere: le è bastato guardarmi negli occhi
quando mi ha trovato nel suo alloggio privato dopo essere appena uscita dalla
doccia per capire che sapevo tutto.
-Avanti, tesoro... Spara.- mi
disse in tono di sfida muovendosi lentamente verso di me.
Sapeva anche meglio di me che non
avrei fatto fuoco. Non avevo ancora maturato l’istinto del killer e lei era la
donna con cui di recente avevo diviso momenti di intimità. La mia parte
razionale mi diceva che lei era pericolosa anche nuda e disarmata ma io non le
davo ascolto.
-Valentina…- fu tutto quello che
riuscii a dire.
- Sai cosa sono... io so cosa
sei.- aggiunse lei.
Ormai era vicina a me, la canna
della mia pistola le sfiorava la fronte.
-Quando sei entrato qui dentro,
armato, i miei protocolli di sicurezza si sono attivati e ho saputo tutto
quello che dovevo sapere. Lo sai bene che da questa stanza uscirà solo uno di
noi due vivo. Ma c'è una piccola differenza: io ho preso coscienza di ciò che
sono e non mi interessa ciò che mi accadrà. Tu, invece...–
-Piantala!-
Chiusi gli occhi, dovevo prendere
velocemente una decisione ma non mi risolvevo a farlo.
-Spara, avanti!- mi incitò ancora
Valentina. Come ho già detto, sapeva meglio di me che non l’avrei fatto e aveva
ragione, purtroppo.
Feci qualche passo indietro e
abbassai lentamente la pistola. Dall'auricolare mi arrivava la voce dello
Svanitore che blaterava qualcosa sul fatto di uscire subito dalla stanza o
liberarlo dal collare che lo teneva legato a me. Non avevo tempo per lui. Aprii
gli occhi giusto in tempo per scorgere Valentina che aveva afferrato con le
dita dei piedi un coltello che avevo fatto cadere dalla sua scrivania. Non si
era avvicinata a me solo per sfidarmi, ma voleva quel coltello, lo voleva per
sgozzarmi. Con un’incredibile mossa acrobatica fece saltare nell’aria il
pugnale e l’afferrò al volo.
Non avevo più tempo per pensare.
Non esitai più e feci fuoco. Valentina fu lanciata indietro violentemente mentre
un fiore rosso si apriva all’altezza del suo bel seno, sbatté contro una parete
e ricadde in avanti. Ero stato troppo lento però, lei aveva fatto in tempo a
lanciarmi il pugnale che ora era conficcato nella mia spalla destra.
Strinsi i denti e gridai al laringofono:
-Svanitore, portami via. Adesso!-
Udii
una specie di ZAP ed accanto a me apparve Telford Porter alias lo Svanitore.
Lo avevo detto già prima che dovevamo andarcene.-
borbottò, poi guardò il cadavere a terra ed aggiunse -E così l’hai fatta secca.
Non credevo che ne avresti avuto il fegato.-
-O me o lei.- ribattei toccandomi la spalla ferita
-Ora andiamo. Tra poco questo posto brulicherà di gente e non credo che
prenderebbero per buone le mie spiegazioni.-
Lo
Svanitore storse la bocca e mi afferrò il polso. Un attimo dopo udii l’ormai
familiare ZAP e svanimmo.
Appartamento di Nick Fury,
Manhattan, New York. Accadeva di rado, almeno ultimamente, che il
Direttore dello S.H.I.E.L.D. trascorresse la notte nel suo letto.
I suoi
doveri gli facevano passare quasi tutto il suo tempo sull’Elivelivolo e momenti
di vita normale erano decisamente i benvenuti, specie quel che stava facendo
adesso assieme alla donna bionda nel letto con lui.
Quando il suo cellulare squillò,
Nick non fu affatto sorpreso, le minacce alla pace mondiale raramente
colpiscono in orario d’ufficio, ma non si aspettava quel che sentì non appena
rispose mandando contemporaneamente una colorita maledizione a chi aveva scelto
proprio quel momento per chiamarlo.
-Cosa?-
esclamò -Ne siete sicuri? Capisco. Arrivo immediatamente.-
-Che sta
succedendo Nick?- gli chiese la giovane donna che era con lui.
-Hanno
ucciso Val… la Contessa.- rispose Nick in tono cupo.
Laura
Brown non era sicura di cosa dire. Sapeva bene cos’erano stati Nick e Valentina
De La Fontaine per lungo tempo e poteva capire cosa stava provando lui. Con
affetto gli sfiorò una spalla.
Nick non
stette troppo a riflettere: balzò giù dal letto e cominciò a vestirsi. Laura
stava per imitarlo quando improvvisamente apparvero dal nulla due uomini: uno
alto, segaligno e completamente calvo che indossava una calzamaglia nera,
l’altro era un giovanotto biondo con l’aria del bravo ragazzo e un coltello
conficcato nella spalla destra.
-Junior!-
esclamò, sorpreso Fury.
-Nick…-
disse a fatica il giovane biondo -Ho bisogno di aiuto.-
Non aggiunse altro e svenne.
Elivelivolo dello S.H.I.E.L.D.
in volo sopra New York City. Dum Dum Dugan aveva l’aria decisamente
seccata e preoccupata al tempo stesso: Un omicidio a bordo di uno dei luoghi
più sicuri e sorvegliati del Mondo non era cosa da poco. Osservò portar via il
cadavere della sua vecchia amica e per l’ennesima volta si chiese cosa fosse successo.
Il suo cellulare squillò e lui
rispose prontamente:
-Nick,
dove cavolo sei finito? Ti stiamo tutti aspettando.-
Ci fu una risposta dall’altra parte
e quindi Dum Dum tuonò col suo vocione:
-Cosa?-
Tutti si voltarono a guardarlo e lui
fece il suo sguardo più cattivo poi proseguì:
-È
questo quel che ti ha detto? E tu gli credi?-
<<Non
ho nessun motivo per non farlo, vecchio diffidente tricheco.>> ribatté
Nick <<Il ragazzo avrebbe potuto sparire invece mi ha cercato. Sì, gli
credo.>>
-Ok… che
intendi fare?-
<<Scoprire
chi c’è dietro questa storia e fargli male, molto male.>>
Dum Dum non avrebbe potuto essere
più d’accordo.
Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. Turtle Bay, Manhattan,
New York. Quando
mi svegliai, ebbi per un attimo la sensazione di essere finito in paradiso poi
capii che la bella donna bionda dai penetranti occhi azzurri che mi stava
guardando non poteva essere un angelo: gli angeli non indossano l’uniforme
dello S.H.I.E.L.D.
Un
medico stava finendo di suturarmi la ferita alla spalla. Doveva avermi dato un
anestetico perché non provavo dolore e mi sentivo un po’ intontito.
-Ecco fatto.- disse -Per fortuna la lama non ha
leso i tendini. Un po’ di giorni di riposo e potrà usare il braccio come prima,
Agente Juniper.-
-Grazie.- mormorai.
Nick
mi aiutò ad alzarmi.
-Sarai mio ospite per qualche giorno, ragazzo.- mi
disse -E non dirmi di no.-
-Non ci penso nemmeno.- ribattei poi aggiunsi con
voce cupa -Ho combinato un bel pasticcio, Nick, ti ho deluso.-
-Questo fallo giudicare a me, ragazzo ed ora
raccontami tutto.-
Fu
esattamente quello che feci durante tutto il viaggio per l’appartamento di
Nick, senza omettere nulla. Alla fine lui scosse la testa e commentò:
-Hai ragione, ragazzo: è davvero un bel pasticcio
ma la colpa non è tua, credimi.-
-Se lo dici tu, Sergente…-
Nick sogghignò nel sentirsi chiamare così.
-Credi che sia morta? La vera Valentina, intendo.-
gli chiesi ancora.
Nick strinse le labbra e rimase in silenzio qualche
secondo prima di rispondere:
-Non lo so, ma voglio scoprirlo.-
-Se dietro a tutto non ci sono i Russi come
credevamo, chi pensi che…?-
Mi
addormentai di colpo e mi persi la sua risposta.
Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D.
Turtle Bay, Manhattan, New York qualche tempo dopo. In una carriera come la mia, sono tanto gli aspetti stressanti ai quali
bisogna fare l'abitudine. Per esempio, ormai sono più che abituato a gestire
tanto la morte di persone a me vicine, quanto il loro eventuale ritorno dal
regno dei morti nelle più svariate modalità. Ne è la prova il modo in cui ho
reagito al ritorno in scena del mio vecchio amico "Junior" e
all'assassinio, da parte sua, del clone di Valentina, che per quel che ne
sappiamo potrebbe essere stata l'ultima occasione di rivederla in carne ed
ossa.
Quello a cui temo non farò mai il callo, temo, è il fardello dei
segreti che devo portare come Direttore dello SHIELD. Segreti di cui, perlopiù,
non posso mettere a parte i miei più fidati amici e collaboratori.
Jonathan aveva appena riferito a quello che i maligni chiamano il mio
“cerchio magico” tutta la faccenda ed aveva creato non poco sconcerto, come
prevedibile. Nessuno si fece remore a rincarare la dose non appena gli chiesi
di lasciare la stanza:
-Hai davvero intenzione di affidare un'operazione così delicata a
Juniper? Lungi da me fare discriminazioni, ma la sua esperienza risale a tempi
preistorici... ed è un clone.- mi rimproverò ancora Gabe Jones.
Se gli agenti di grado inferiore potessero assistere al modo in cui i
miei più stretti collaboratori mi tengono testa, perderei molta della mia
autorevolezza. Non che sia un problema.
-Questo è il male minore - gli si sovrappose Dum Dum - Rimane il fatto
che tu... e George, per certi versi... abbiate gestito questa patata bollente
in totale segretezza.-
-Siamo agenti segreti, Dum Dum, e se mi conosci sai bene che se non ti
ho informato è stato per validi motivi. Compreso, ripeto, il rischio che ci
fossero cloni infiltrati tra noi. La nostra tecnologia è avanzata, ma i tempi
tecnici per i controlli a tappeto non sono stati sormontabili.-
-Se lo dici tu... alla fin fine, l'ultima parola spetta sempre a te.-
La tensione nell'aria
si tagliava a fette. Neanche loro
avrebbero mai fatto l'abitudine a separare i rapporti personali dalla
gerarchia. Saremmo disumani, più di un robot, se fossimo in grado di vivere in
compartimenti stagni.
In più, potevo averli rassicurati sul fatto che eravamo tutti “puliti”,
ma la questione dell'infiltrazione lanciava nuove ombre di sospetto, diffidenza
e psicosi, com'era inevitabile che fosse, ed era lo scenario che avevo voluto
rimandare il più possibile.
-Ora le priorità sono cambiate: l’eliminazione dei cloni passa in
secondo piano perché bisogna scoprire l’identità dei nuovi cloni e risalire ai
mandanti.- dissi.
-Siamo sicuri che si tratti dell’Hydra?-
Se avessi potuto parlarle nella mente, avrei suggerito a Laura di non porre
dubbi del genere. Io non avevo problemi sul passato, so distinguere una persona
dalla sua famiglia, ma il fatto che la figlia di un ex Hydra Imperiale ponesse
la questione avrebbe potuto insospettire anche i più ben disposti nei suoi
confronti. E già doveva fare i conti con il peso della nostra relazione.
-Non è solo una questione d'istinto, è una mera questione di calcolo
delle probabilità, basata sulla conoscenza delle loro operazioni passate e del
loro modus operandi - risposi a lei, per rispondere a tutti -E sono le
statistiche ad alimentare le speranze che Valentina e altri... personaggi
sostituiti siano ancora vivi: ho esaminato tutti i casi simili precedenti e
nella quasi totalità, per motivi tecnici o irrazionali, i criminali di turno
hanno tenuto in vita gli obiettivi che hanno sostituito tramite cloni, androidi
o mutaforma. In particolare c'è un significativo precedente a favore: l'affare
Deltiti.-[3]
Bastò evocare quel nome perché i volti di tutti i presenti si
rabbuiassero. Che l'avessero vissuta sulla propria pelle o che gli fosse stata
raccontata, era una vicenda che aveva il sapore della leggenda nel nostro
ambiente.
-Quindi è in cima alle nostre priorità verificare anche questa ipotesi.
Ad ogni modo, ho deciso di affidare il comando dell'Operazioni Cloni al Comandante
Brown, che affiancherà Juniper in modo da rispondere alle preoccupazioni del Direttore
Jones - annunciai, con una formalità persino eccessiva per il contesto -Sei disponibile,
Laura?-
La conoscevo ormai abbastanza da leggerle in faccia alcuni dubbi che la
tormentavano. Perché avevo scelto lei? Era all'altezza dell'incarico? Era' la
persona giusta? Se la stavo frequentando, non era solo perché era una bella
donna, ma perché nonostante tutto aveva carattere.
-Certo, Direttore. Rispose infine.
Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D., New York. Qualche
settimana fa. Laura Brown non sapeva se essere contenta o
preoccupata del fatto che Nick Fury avesse deciso di affiancarla al clone di
Jonathan Juniper nella caccia agli altri cloni.
-Howling Wolf? Sarebbe
questo il nome in codice che ti saresti scelto?- chiese rivolta a Juniper con
una smorfia sul suo bel viso.
-Ho pensato che Junior
non mi si addicesse più ma volevo comunque qualcosa che ricordasse le mie
radici con gli Howling Commandos.- rispose con un sorriso franco il giovane
biondo.
-Io ti chiamerò Jon, o
Juniper, ma scordati Howling Wolf
-Me ne farò una ragione.
Qual è il piano, Comandante?-
-Puoi chiamarmi Laura,
evitiamo i formalismi. Nick si fida di te ed io mi fido ciecamente di Nick.-
-Tu e Nick siete… molto
amici, mi pare di capire.-
Laura si lasciò scappare una risatina e replicò:
-Sei proprio un ragazzo
degli anni '40. Volevi chiedermi se vado a letto con Nick? La sola cosa che
intendo rispondere è che la mia vita privata non ti riguarda.-
-Capito. Non farò più
domande.-
-Voglio che tu capisca
che non ho avuto quest’incarico per una sorta di favoritismo. Ne avrei fatto
volentieri a meno.-
Ma hai comunque timore che gli altri lo pensino, rifletté
Juniper, posso capirlo.
-Dovrai presentarmi la
tua squadra segreta.- disse ancora Laura.
-Non sarà facile.-
replicò Jonathan -Non amano molto farsi vedere ed almeno un paio di loro non
collaborerebbero se non fossero costretti.-
-Non m’importa, li voglio
tutti qui: ci sono diversi punti da chiarire.-
-Agli ordini, Comandante.
Parlando, i due avevano raggiunto la fine di un corridoio
e si fermarono davanti ad una porta blindata. La scansione della retina di
Laura ne provocò l’apertura.
Juniper
e Laura entrarono in una specie di laboratorio dove un uomo dal fisico
massiccio e i capelli rossi che indossava un camice bianco era intento ad
esaminare una figura sdraiata su un lettino.
-Tutto a posto, Dottor
Dugan?-
-Direi di sì.- rispose
Timothy Aloysius Cadwallader Dugan Jr. vice capo della sezione scientifica -La
paziente è decisamente in forma.-
-Diciamola tutta… io mi
sento benissimo.- replicò sedendosi sul lettino e stendendo le gambe lunghe e
affusolate la Contessa Valentina Allegra De La Fontaine.
Mosca. L’Acquario, sede del G.R.U.[4] Il
Vice-Ammiraglio Arkady Pavlovitch Bezukhov Vice Direttore del G.R.U., aveva
appena ricevuto delle cattive notizie e quanto siano gravi glielo si leggeva in
faccia.
-La
notizia è sicura?- chiese all'uomo davanti a lui.
-Sì,
Compagno Ammiraglio.- rispose l'ufficiale -Hanno cercato di farle passare per
morti del tutto casuali ma è chiaro che qualcuno ha preso a bersaglio i cloni
che abbiamo infiltrato negli Stati Uniti. Anche l'assassinio del Generale
Shelkov lo conferma.-
-Sono
stati scoperti.- convenne Bezukhov. -Voglio saperne di più e alla svelta.
L'intera operazione potrebbe essere compromessa ormai e dobbiamo cercare di
contenere i danni.-
Un'altra delle brillanti idee di
Yuri Stalyenko rivelatasi un disastro, pensò amaramente Bezukhov
Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. Turtle Bay, Manhattan,
New York. Valentina
mi guardò con i suoi occhi blu e disse:
-Sembra che tu abbia visto un fantasma.-
In un
certo senso era così: sapevo che non poteva essere la vera Valentina ma
l’illusione era perfetta.
-Sono solo felice di rivederti.- riuscii a
balbettare.
-Quindi non hai una pistola in tasca, capisco.-
replicò lei maliziosamente -Ora scusami, tesoro, ma ho molto da fare, sai… la
dura vita di un Vice Direttore Esecutivo.-
Sembrò
accorgersi solo ora della presenza di Laura Brown e le disse sorridendo:
-È sempre un piacere vederti, Comandante Brown.-
Uscì
dalla stanza ed io esclamai:
-Incredibile!-
-LMD.[5]
Di ultima generazione.- spiegò Laura -Praticamente indistinguibili da un vero
essere umano. Ci puoi perfino fare sesso e non notare la differenza, così mi
hanno detto.-
La cosa
mi strappò una smorfia, era un pensiero inquietante. Io avevo fatto sesso con
la vera Valentina… o forse era sempre stato il suo clone? Laura sembrò intuire
a cosa stavo pensando perché mi guardò in modo strano.
-Gaffer[6]
ed io siamo abbastanza orgogliosi del nostro lavoro- intervenne il Dottor
Timothy Aloysius Cadwallader Dugan Jr.
Ancora
stentavo a credere che quell’omone dai capelli rossi e il fisico da peso
massimo fosse il figlio del vecchio Dum Dum ed ancor più che avesse scelto di
diventare uno scienziato.
-Abbiamo usato l’ultimo backup della memoria della
Contessa e poi inserito falsi ricordi degli ultimi giorni.- spiegò ancora.
-Quindi lei non sa…-
-… di essere un LMD? No. Volevamo che agisse con la
massima naturalezza possibile. Nick è stato chiaro in proposito.-
-E i suoi ricordi sono precedenti alla
sostituzione? Voglio dire…-
-Pensiamo di sì. Naturalmente non abbiamo la
certezza assoluta.-
Un
altro pensiero inquietante. Quanto mi ci sarebbe voluto per abituarmi alle
meraviglie del Ventunesimo Secolo?
Covo segreto dell’Hydra. Il Barone
Strucker, Supremo Hydra, aveva convocato d'urgenza nel suo gabinetto i due
membri del triumvirato con cui gestiva la più antica, longeva e potente
associazione terroristica del pianeta. Aveva poc'anzi ricevuto una
comunicazione criptata da un obiettivo sensibile e non poteva fare a meno,
anche se avrebbe tanto voluto altrimenti, di condividerla con i suoi alleati:
-Abbiamo ricevuto notizie
significative dalla mia talpa: il clone della Contessa è stato scoperto ed
eliminato. In più è stato banalmente sostituito da un LMD.-
-Quindi il complotto dei
cloni è stato scoperto. Un altro fallimento - osò lamentare l'Hydra Imperiale.
Se lo faceva, era perché era nella posizione di poterlo fare. Il suo pensiero
era condiviso da molti, eppure era blasfemia concepire che la direzione
dell'Hydra da parte di Wolfgang non avesse che affastellato sconfitta dopo
sconfitta e che un ricambio al vertice sarebbe stato urgente. L'imputato finse
solo fino a un certo punto di ignorare quel sottotesto:
-Non proferire quella
parola in presenza delle mie orecchie. Solo i perdenti vedono fallimenti
piuttosto che nuove opportunità. Non avevamo dubbi che Fury ne sarebbe venuto a
conoscenza, l'unica variabile era: quando?-
-Era già tutto previsto -
gli dà man forte Madame Hydra - Ora dobbiamo solo passare alla fase successiva
del piano.-
-Esatto. Ed è per questo
che ho convocato anche i miei ragazzi.-
L'Hydra Imperiale inarcò le sopracciglia al riparo del suo
cappuccio. I Fenris erano una mina vagante per la loro organizzazione e l'unico
motivo per tollerare il loro coinvolgimento era solo accondiscendere il Barone.
-Me ne occuperò
personalmente.- disse infine.
-E confido che farai un
buon lavoro.- puntualizzò il Supremo Hydra.
Era esattamente la sua intenzione.
CONTINUA SU NICK FURY
AGENTE DELLO S.H.I.E.L.D. #9
NOTE DEGLI AUTORI
Torna dopo due anni abbondanti di
sospensione la serie di Nick Fury per chiudere le trame rimaste in sospeso.
Ringraziamo doverosamente Andrea Garagiola per l’ottimo lavoro fin qui svolto.
Alcune precisazioni doverose:
1) Le
vicende di quest’episodio si svolgono in parallelo a quelle di Capitan
America #92 che vi consigliamo del tutto disinteressatamente di leggere.
-_^
2) Timothy
Dugan Jr. è una creazione del sottoscritto.
La storia continua sul prossimo
episodio e su Capitan America #93, ma il gran finale sarà proprio qui.
Non mancate.
Carlo & Mickey
[1] Ovvero il padre
dell’attuale Barone Zemo
[2] Su Sgt. Fury and his Howling
Commandos #4.
[3] Vedi la classica
miniserie Nick Fury vs S.H.I.E.L.D.
[4] Glavnoye Razvedyvatel'noye Upravleniye. Direzione Principale Informazioni, il
servizio segreto militare russo.
[5] Life Model Decoy,
androidi sofisticatissimi in uso allo S.H.I.E.L.D.
[6] Sidney E. Levine,
soprannominato Gaffer, Direttore della sezione scientifica dello S.H.I.E.L.D.